Investire tempo nella propria formazione e nella lettura di libri sulle tecniche di vendita è una valida strategia per migliorare le proprie competenze e affrontare il mercato con successo. Che tu sia alle prime armi o abbia già esperienza, leggere e documentarsi è sempre un’ottima occasione per imparare a fare vendita, grazie a una comunicazione efficace e a tanta pratica. In questo articolo, ti suggeriamo 5 letture per ottenere successo con i clienti. Inoltre, ti consigliamo un corso online sulla vendita come parte della tua formazione personale.
Perché leggere libri sulle strategie di vendita?
Perché forniscono spunti interessanti, consigli concreti (con esempi e casi di studio), strategie comprovate e consigli pratici da parte di esperti del settore. Immergendoti in queste risorse, potrai acquisire le conoscenze e gli strumenti per migliorare le tue capacità di vendita, superare le sfide e ottenere risultati notevoli con i clienti.
Cerchi il miglior libro sulle tecniche di vendita? Ecco 5 consigli utili
L’integrazione di conoscenza teorica e applicazione pratica è la chiave per raggiungere risultati straordinari e costruire una carriera brillante e di successo. Ecco 5 letture utili per te:
1. Spin Selling di Neil Rackham
Questo testo è considerato uno tra i libri più influenti mai scritti sulle tecniche di vendita. Il metodo SPIN (Situazione, Problema, Implicazione, Necessità) si basa su anni di ricerche e propone un approccio scientifico alla vendita di prodotti complessi e di alto valore. L’autore evidenzia come porre le giustedomande, anziché insistere con l’offerta, sia la chiave per guidare il cliente verso la decisione d’acquisto. Questo libro è particolarmente utile per chi lavora in ambiti B2B o in settori tecnologici e industriali.
2. Le 21 leggi fondamentali del successo nella vendita di Brian Tracy
Brian Tracy è uno dei massimi riferimenti della vendita e della crescita personale, e questo libro è un prontuario di saggezza pratica. Tracy scompone le vendite in 21 “leggi” fondamentali, offrendo suggerimenti pratici che possono essere messi in atto nell’immediato. Uno dei concetti chiave è la “legge della preparazione“, che sottolinea l’importanza di studiare il cliente e il prodotto, oltre ad avere un piano ben definito per ogni incontro di vendita. Questo libro è un must per chi desidera migliorare le proprie performance in modo concreto.
3. Le persone prima di tutto: la nuova regola del successo nelle vendite di Simon Sinek
Già autore di “Partire dal perché”, Sinek ha scritto questo libro per spiegare un concetto semplice ma potente: nelle vendite, le relazioni vengono prima di tutto. Infatti, secondo Sinek, i venditori migliori non sono quelli che si concentrano unicamente sulla vendita, ma quelli che stabiliscono un legame umano con il cliente. Creare fiducia e dimostrare un sincero interesse per le esigenze del cliente sono aspetti fondamentali per il successo a lungo termine. Questo approccio “umanistico” è particolarmente adatto ai contesti di vendita moderni, dove il cliente cerca autenticità e integrità.
4. Vendere è umano di Daniel H. Pink
Un aspetto importante affrontato nel libro è l’idea che le vendite non si basino più su pressione e persuasione, ma su autenticità e trasparenza. Inoltre, questo libro propone un concetto rivoluzionario: ciascuna persona, in un modo o nell’altro, si occupa di vendite. Pink dimostra come le tecniche di persuasione siano parte della vita quotidiana, anche fuori dal tradizionale contesto lavorativo. Mediante esempi pratici e ricerche, Pink svela come la psicologia e l’empatia siano fondamentali per ottenere risultati migliori.
5. La psicologia della persuasione di Robert Cialdini
Anche se non è strettamente un libro sulle vendite, questo testo è molto utile per chiunque lavori nel settore. Infatti, in questo libro vengono svelati i segreti della persuasione e come applicarli in vari contesti, compreso il settore delle vendite. Il libro analizza sei principi fondamentali della persuasione, tra cui reciprocità, scarsità e autorità, e spiega come utilizzarli per influenzare le decisioni dei clienti. Comprendere la psicologia dietro il comportamento umano è essenziale per migliorare le proprie tecniche di vendita.
Oltre a queste letture, nel prossimo paragrafo ti consigliamo di seguire un corso online per migliorare ulteriormente le tue competenze e la tua professionalità.
Quale corso sulle tecniche di vendita seguire?
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La negoziazione è un passaggio delicato e importante nel processo di vendita. Infatti, si tratta di un’abilità che consente ai venditori di stringere solide relazioni con i clienti, ottenere condizioni vantaggiose e chiudere accordi che soddisfino entrambe le parti. Le tecniche di negoziazionenella vendita non solo aiutano a completare tutte le trattative, ma promuovono anche la fidelizzazione del cliente. In questo articolo vedremo 7 tecniche efficaci da utilizzare in queste situazioni.
Come negoziare con successo: alcune dritte
Le strategie di negoziazione finalizzate alla vendita richiedono abilità, preparazione e sensibilità. Infatti, un venditore di successo non si limita a chiudere una trattativa, ma ascolta e comprende le esigenze dei clienti, propone soluzioni personalizzate e crea un rapporto di fiducia e collaborazione proficua a lungo termine.
L’applicazione di queste tecniche, con un focus su ascolto attivo, empatia, gestione delle obiezioni e creazione di valore reciproco, può portare a risultati significativi e soddisfacenti sia per il venditore sia per il cliente.
Ricorda tre aspetti chiave
Prima di vedere le 7 strategie di negoziazione, ci sono tre aspetti che dovresti tenere in considerazione:
1. L’importanza della supply chain
Comprende tutti i processi, le risorse e le tecnologie coinvolte nella produzione e distribuzione di un prodotto. La gestione efficace della supply chain è molto importante per garantire che i prodotti (o i servizi) siano disponibili al momento giusto, nel posto giusto e al prezzo giusto.
Una catena di approvvigionamento adeguatamente gestita può migliorare la competitività di un’azienda, ridurre i costi operativi, velocizzare i tempi di consegna e aumentare la soddisfazione dei clienti.
Inoltre, le supply chain moderne sono spesso complesse e globali, poiché coinvolgono numerosi paesi e attori. Ciò richiede una pianificazione avanzata e l’utilizzo di tecnologie come l’automazione, l’intelligenza artificiale e i sistemi di gestione della supply chain (SCM) per assicurare il coordinamento di tutte le fasi del processo.
2. Differenza tra negoziazione e trattativa
La negoziazione e la trattativa sono due concetti correlati, ma non totalmente sovrapponibili, nel contesto delle relazioni commerciali:
- La negoziazione è un processo ampio e strategico, ed è finalizzata a trovare soluzioni soddisfacenti per tutte le parti coinvolte, affrontando questioni come costi, condizioni di pagamento, termini contrattuali e altre variabili.
- La trattativa si riferisce a una fase specifica della negoziazione, spesso incentrata su un aspetto particolare, come i prezzi o i termini contrattuali. È una discussione diretta per stabilire un compromesso su un argomento preciso e limitato.
3. Considera sempre l’ipercompetizione
Il mercato attuale è dinamico, aggressivo e competitivo, caratterizzato da cambiamenti rapidi e continui. In un contesto di ipercompetizione, le aziende si trovano in condizioni di costante sfida e devono essere sempre pronte a innovare, adattarsi e rispondere tempestivamente ai mutamenti delle condizioni di mercato, alle mosse dei concorrenti e alle esigenze dei clienti.
7 strategie per negoziare con successo
Ecco di seguito un elenco con 7 strategie che ti consentiranno di migliorare le tue vendite.
1. Preparazione approfondita e accurata
Il successo di una negoziazione inizia ben prima dell’incontro con il cliente. Prepararsi con accuratezza significa conoscere a fondo il prodotto o servizio che si offre, comprendere le esigenze e le aspettative del cliente e studiare i potenziali ostacoli che potrebbero presentarsi durante il processo.
È utile fare ricerche sul mercato, sui competitor e sulle offerte simili che potrebbero condizionare la decisione del cliente. Una preparazione approfondita permette di rispondere in modo convincente alle possibili obiezioni del cliente e di dimostrare sicurezza durante la trattativa.
2. Creazione di valore reciproco
La negoziazione non dovrebbe essere vista come una sfida da vincere a scapito dell’altra parte, ma piuttosto come un’opportunità per creare valore reciproco. Questo approccio è noto come “negoziazione win-win” e si basa sulla ricerca di soluzioni che soddisfino le esigenze di entrambe le parti.
Il venditore deve essere in grado di individuare quali aspetti del prodotto o servizio sono più importanti per il cliente e su quali invece sia possibile trovare un compromesso. Ciò aiuta a mantenere la trattativa costruttiva e orientata a un risultato soddisfacente per entrambe le parti.
3. Ascolto attivo
L’ascolto attivo permette al venditore di comprendere realmente le necessità, le preoccupazioni e i desideri del cliente. Inoltre, consente di cogliere indizi su possibili punti di accordo e su quali aspetti potrebbero essere più negoziabili. L’ascolto attivo è un processo comunicativo completo: non si limita ad ascoltare le parole del cliente, ma include anche l’interpretazione delle emozioni e del linguaggio non verbale. Questo atteggiamento crea empatia e fiducia, rendendo il cliente più propenso alla collaborazione.
4. Gestione delle obiezioni
Il modo in cui il venditore gestisce le obiezioni può fare la differenza tra il successo e il fallimento di una trattativa. Anziché vedere le obiezioni come ostacoli, un venditore di successo le considera opportunità per fornire chiarimenti e dimostrare ulteriormente il valore del prodotto o del servizio. È importante affrontare le obiezioni in modo professionale, con pacatezza, affabilità e fermezza, senza diventare difensivi. Una tecnica utile è rispondere alle preoccupazioni del cliente con domande che chiariscano i dubbi e aiutino a trovare soluzioni personalizzate.
5. Gestione dei costi
I prezzi sono uno tra i principali argomenti di discussione in una negoziazione di vendita. Tuttavia, è molto importante evitare di concentrarsi solo su questo aspetto. Anziché abbassare immediatamente il prezzo, il venditore dovrebbe puntare a dimostrare il valore aggiunto del prodotto o servizio, giustificando in questo modo il prezzo proposto.
Se il cliente insiste su uno sconto, è possibile concedere una riduzione a fronte di altre condizioni, come maggiori ordini di volume o pagamenti anticipati. Ciò aiuta a mantenere il margine di profitto ed evitare svalutazioni percepite del prodotto.
6. Creazione di urgenza
In molte negoziazioni, creare un senso di urgenza nel cliente può essere una leva efficace per spingere il cliente a prendere una decisione. Tuttavia, è essenziale che l’urgenza sia credibile e basata su fatti concreti, come per esempio una promozione a tempo limitato, la disponibilità limitata del prodotto o del servizio o una specifica scadenza. Al contrario, creare una finta urgenza può minare la fiducia del cliente e compromettere la vendita, così come la relazione a lungo termine.
7. Chiusura della trattativa
Dopo aver affrontato tutte le questioni e risolte eventuali obiezioni, è importante capire il momento giusto per chiudere la trattativa. La chiusura deve essere naturale, e non affrettata. Una tecnica come la “chiusura alternativa”, nella quale si propone al cliente una scelta tra due opzioni (entrambe vantaggiose), può essere utile per guidare la decisione finale senza pressioni.
A questo punto, hai tutti gli strumenti per saper negoziare… meno uno: un corso online di negoziazione efficace. Lo vediamo nel prossimo paragrafo.
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Inoltre, imparerai le tecniche fondamentali per la preparazione e la pianificazione di una trattativa di acquisto, utilizzando precisi strumenti come l’analisi di Pareto e la matrice di Kraljic.
Acquisirai competenze pratiche per valutare i punti di forza e debolezza dei fornitori, e impostando una checklist negoziale efficace per guidare brillantemente la trattativa.
Conoscerai i principi della comunicazione efficace e imparerai a gestire la trattativa e la negoziazione con fiducia e sicurezza.
Imparerai a padroneggiare varie tecniche di analisi e il modello di Harvard per passare da una negoziazione distributiva a una integrativa, massimizzando i risultati.
Inoltre, acquisirai strumenti e conoscenze per affrontare le trattative di acquisto con sicurezza e competenza, aumentando il valore competitivo della tua azienda. È il corso che fa per te: devi solo iniziare!
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La comunicazione efficace è uno degli strumenti più incisivi nel mondo delle vendite. Infatti, una buona capacità di dialogo con i potenziali clienti (detti lead) non solo aumenta le probabilità di chiudere vendite, ma contribuisce a stringere relazioni di fiducia e fidelizzazione a lungo termine.
Per migliorare le performance di vendita, è importante imparare alcune tecniche di comunicazionepersuasiva che consentano di capire le esigenze del cliente e proporre così soluzioni mirate.
Infatti, se la nostra comunicazione è opaca e inefficace, anche le nostre performance di vendita ne risentiranno. Dobbiamo sempre tenere presente che le persone cui ci rivolgiamo hanno sentimenti, valori e opinioni personali, e occorre comprenderli a fondo, in modo da sapere come pianificare al meglio le vendite.
In questo articolo, scopriremo insieme come capire a fondo i clienti e come comportarsi di conseguenza con alcune tecniche per vendere, stabilendo un rapporto di fiducia e aumentando le possibilità di successo.
Vediamo 7 strategie di vendita per fidelizzare i clienti
Come abbiamo visto poco fa, le tecniche di comunicazione sono fondamentali per aumentare e migliorare le vendite e costruire relazioni di fiducia con i clienti.
Dall’ascolto attivo all’empatia, passando per la gestione delle obiezioni, ogni interazione è una preziosa opportunità per comprendere a fondo il cliente e proporre soluzioni che rispondano alle sue reali esigenze.
Ricorda che una comunicazione efficace non si limita a chiudere una vendita, ma getta le basi per rapporti duraturi con i clienti.
1. Ascolto attivo e dialogo
È la base di ogni comunicazione efficace. Molti venditori si concentrano solo su ciò che vogliono dire, ma si dimenticano di comunicare: la comunicazione prevede un rapporto di scambio con i potenziali clienti. Quindi, l’ascolto attivo implica prestare attenzione non solo alle parole del cliente, ma anche al tono di voce e al linguaggio del corpo. Dimostrare che si è realmente interessati a ciò che il cliente ha da dire crea fiducia e consente di raccogliere informazioni preziose per proporre la soluzione migliore.
2. Empatia e comprensione profonda
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni del cliente, capirne i problemi e le esigenze. Quando un venditore riesce a mostrare empatia, il cliente si sente capito e accolto, e aumentano le possibilità di chiusura di una vendita. Questo atteggiamento permette di instaurare un rapporto umano e meno formale, creando una connessione emotiva che rafforza la fiducia.
3. Domande aperte
Un’altra tecnica efficace è l’utilizzo di domande aperte, che incoraggiano il cliente ad aprirsi e a parlare delle sue necessità e aspettative. A differenza delle domande chiuse, che prevedono di rispondere con un semplice “sì” o “no”, le domande aperte stimolano il dialogo e offrono l’opportunità di ottenere informazioni utili per proporre una soluzione personalizzata. Per esempio, anziché chiedere “Ha bisogno di un nuovo laptop?”, è meglio domandare “Che tipo di utilizzo fa del suo laptop attuale?”. In questo modo, la risposta è già contenuta nella domanda, e sarà più semplice fare proposte mirate.
4. Parafrasi e sinonimi
La tecnica della parafrasi (e dei sinonimi) consiste nel ripetere con parole proprie ciò che il cliente ha appena detto, per dimostrare che lo si è ascoltato con attenzione e per confermare di aver capito correttamente le sue esigenze. Per esempio, se il cliente esprime un problema con un prodotto, il venditore potrebbe rispondere: “Se ho capito bene, lei sta cercando un prodotto che duri più a lungo e che sia di facile utilizzo: è corretto?”. Ciò è d’aiuto non solo per chiarire eventuali malintesi, ma anche per rafforzare il legame tra venditore e cliente.
5. Comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale riveste un ruolo fondamentale nelle vendite. Infatti, il linguaggio del corpo, il contatto visivo e il tono di voce possono influenzare sensibilmente l’esito della vendita. Mostrare fiducia, mantenere una postura aperta e utilizzare un tono di voce sicuro può dare al cliente la percezione di affidabilità e competenza. Allo stesso modo, prestare attenzione alla comunicazione non verbale del cliente può fornire indizi su come si sente e se è interessato all’acquisto.
6. Porre l’attenzione sui benefici
Un errore diffuso è concentrarsi solo sulle caratteristiche tecniche del prodotto o del servizio. In realtà, i clienti sono più interessati ai benefici che ne potrebbero trarre. Comunicare in modo efficace significa trasformare le caratteristiche del prodotto o servizio in vantaggi concreti per il cliente. Per esempio, invece di dire “Questo smartphone ha una batteria da 5000 mAh”, è decisamente più efficace dire “Con una batteria così potente, non ci si deve preoccupare di ricaricare lo smartphone durante il giorno”.
7. Gestione delle obiezioni
Questa fase è sempre piuttosto delicata. Infatti, nella vendita, è normale che i clienti sollevino delle obiezioni e manifestino dubbi. Un venditore efficace non deve vedere le obiezioni come un ostacolo, ma come un’opportunità per approfondire la conversazione e persuadere il cliente. La gestione delle obiezioni richiede pazienza, comprensione e capacità di rispondere in modo chiaro e rassicurante. Per esempio, riformulare l’obiezione può aiutare il cliente a osservare la situazione da una nuova prospettiva, “allentando” la sua opposizione.
A questo punto, dopo aver visto quali tecniche applicare per vendere meglio, ti suggeriamo uno strumento molto utile per migliorare la tua preparazione e rafforzare la tua professionalità: i corsi online.
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Nel mondo del commercio, le tecniche di vendita sono fondamentali per raggiungere il successo. Infatti, imparare a fare vendita non riguarda solo il prodotto, ma anche la capacità di instaurare un rapporto di fiducia con il cliente, accogliere le sue richieste e offrire valore. Perciò, saper comunicare efficacemente è una competenza centrale per un buon venditore.
Le strategie di vendita si sono (per fortuna) evolute nel tempo, passando da approcci diretti e aggressivi a metodi più sottili e personalizzati.
Infatti, in base ai cambiamenti che coinvolgono il comportamento degli utenti e le dinamiche che regolano i processi di scelta, variano anche le strategie commerciali. In questo articolo, esploreremo insieme alcune tecniche per vendere in grado di adattarsi a qualunque settore, anche la vendita online.
Ecco 10 tecniche di vendita e marketing per conquistare i clienti
Vediamo subito le 10 tecniche di vendita attualmente più efficaci.
1. Attenzione Interesse Desiderio Azione (AIDA)
Una tra le tecniche di vendita più note ed efficaci è nota come AIDA, acronimo di Attenzione Interesse Desiderio Azione. Vediamo nel dettaglio ogni singolo termine per capire bene questo metodo:
- Attenzione: in questa fase, chi vende deve tentare di catturare l’attenzione del potenziale acquirente. È molto importante scegliere con cura la frase con la quale aprire l’incontro. Indubbiamente, un atteggiamento accogliente, gentile e propositivo è un valido biglietto da visita.
- Interesse: si tratta della fase in cui bisogna intercettare le necessità palesi e inconsce del cliente, in modo da impostare un discorso ad hoc. L’obiettivo è far nascere nell’acquirente la percezione che il prodotto o il servizio in questione rappresenti la soddisfazione delle proprie esigenze. Durante questa fase, chi sa vendere bene eserciterà un’azione di stressing volta a enfatizzare le problematiche e a condurre il cliente in uno stato di urgenza.
- Desiderio: in questa fase, il potenziale cliente viene indotto a immaginare gli effetti positivi e risolutivi dell’acquisto.
- Azione: è il momento clou, quello in cui si finalizza l’acquisto del prodotto o servizio, se il venditore ha utilizzato adeguatamente le tecniche di vendita.
2. Situation Problem Implication Need-payoff selling
Un’altra tecnica molto usata nell’ambito delle vendite è quella identificata con l’acronimo SPIN, quattro termini che si riferiscono a quattro tipologie di domande. Infatti, lo SPIN selling si basa su quesiti da rivolgere ai potenziali acquirenti per far emergere i loro bisogni:
Situation questions
La prima fase consiste nel porre alcune domande che consentono di conoscere il cliente a fondo. Sono domande da rivolgere con cautela, poiché indagano in maniera un po’ invasiva sulle abitudini del potenziale acquirente.
Problem questions
Questa seconda fase consiste nel porre domande finalizzate a far emergere problemi e disagi del potenziale cliente. In pratica, sono quesiti che mirano a identificare le necessità dell’acquirente.
Implication questions
Queste domande hanno lo scopo di rilevare le implicazioni legate al problema. Se condotta con abilità, questa fase è utile ad amplificare la problematica in modo da indurre il cliente all’acquisto.
Need pay-off questions
L’ultima serie di domande della tecnica SPIN è finalizzata a evidenziare i benefici che l’acquisto porterebbe al cliente. È la fase cruciale, in cui viene comunicato il valore dell’offerta.
Questa tecnica di vendita viene utilizzata specialmente dai consulenti di ambito finanziario, che hanno l’esigenza di temporeggiare per poter studiare l’asset più adatto alle peculiarità dell’interlocutore.
È una strategia altrettanto efficace per i venditori che non hanno facoltà di proporre prezzi e che devono richiedere preventivi personalizzati di volta in volta.
3. SNAP selling o vendita stile SNAP
Non è un acronimo, ma una parola onomatopeica che richiama il rumore dello schiocco di dita. Questo metodo consiste nell’entrare in empatia col cliente e in sintonia con i suoi processi decisionali.
Questa tecnica presuppone un’ottima conoscenza del cliente contemporaneo, indaffarato, sempre di fretta e costantemente sovraccarico di una mole di informazioni rapide.
Per intercettare l’interesse del proprio target, è necessario tenere in considerazione le tre decisioni tramite le quali l’utente arriva a scegliere la soluzione più in linea con le proprie esigenze:
- Permettere l’accesso: l’utente si incuriosisce e si interessa, per cui sceglie di dedicare tempo alla conoscenza dell’offerta.
- Iniziare il cambiamento: l’utente coglie il vantaggio dato dal prodotto o dal servizio.
- Selezionare le risorse: l’utente decide quali prodotti o servizi scegliere.
4. Challenger sale (o tecnica della vendita sfidante)
Si basa sul presupposto che il cliente moderno sia troppo occupato e già ben informato, e dunque non interessato a stabilire una relazione a lungo termine col venditore. Perciò, questa tecnica non è finalizzata a instaurare una relazione e a procedere per gradi fino alla vendita, ma a stimolare la curiosità dei clienti attraverso progetti creativi e visionari.
5. Solution selling (vendere la soluzione al problema)
Come suggerisce la denominazione stessa, questa tecnica ha lo scopo di offrire al cliente la soluzione giusta al suo bisogno. Perciò, questo metodo presuppone una relazione a lungo termine con il cliente, e un atteggiamento, dal lato del venditore, che apparentemente esuli dall’obiettivo vendita. In questo caso, il venditore si presenta come una figura consulenziale in grado di accogliere l’esigenza del potenziale acquirente.
6. Contattare il potenziale cliente a stretto giro
Il lead è un potenziale cliente, cioè una persona che ha mostrato interesse verso il prodotto o il servizio di un’azienda.
In una strategia di vendita di successo, il lead va “ingolosito” finché è fortemente interessato all’acquisto, ossia entro breve tempo dal contatto con il prodotto o servizio.
Per esempio, se il lead viene richiamato entro cinque minuti dal “contatto” col prodotto o servizio, aumentano sensibilmente le probabilità di successo (e dunque di vendita).
7. Tecnica del ricalco
Rappresenta da sempre un elemento fondamentale della comunicazione per stabilire una sintonia con l’interlocutore, perciò risulta efficace nelle vendite e nella vita in generale. In ambito commerciale, il ricalco consente di entrare in empatia col cliente fino a riuscire a comprendere le sue reali necessità.
8 . Utilizzare il nome del cliente e usare il “tu”
Sentirsi chiamare con il proprio nome riduce le distanze e stabilisce confidenza sin da subito. Nell’ambito delle strategie di vendita efficaci, chiamare un potenziale cliente per nome significa far sentire l’interlocutore coinvolto nel discorso.
È altrettanto importante utilizzare il “tu” per fare in modo che l’altra persona si senta “vista” e non si senta semplicemente come un individuo anonimo facente parte di un gruppo. In questo modo, vengono messe in evidenza la responsabilità e la personalità nella scelta.
9. Prepararsi a rispondere a imprevisti e obiezioni
L’obiettivo finale del venditore è finalizzare una vendita; ecco perché non può farsi trovare impreparato di fronte a imprevisti e obiezioni, frequenti con alcuni clienti scettici e spesso “sulle difensive”.
Perciò, è importante stilare una lista delle possibili obiezioni che potrebbe porre un potenziale acquirente, in modo da riuscire a chiudere con successo la “trattativa”.
10. Mai parlare male della concorrenza!
Non si tratta propriamente di una tecnica, ma piuttosto di un consiglio: mantenere sempre un atteggiamento rispettoso e professionale, avendo considerazione dei competitor, è una strategia intelligente per essere considerati in maniera positiva dai potenziali acquirenti.
Dunque, è meglio evitare di giudicare la concorrenza, anche quando si ha la certezza che presenti evidenti lacune a livello di comunicazione, di offerta o di altra natura.
Dopo aver visto queste dieci tecniche, è arrivato il momento di suggerirti un corso online per affinare le tue competenze e le tecniche di vendita.
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Cosa significa fare impresa nella società di oggi? Come fare business e muoversi con destrezza in ambito imprenditoriale? Mantenere la propria azienda sulla strada giusta e riuscire ad anticipare i propri competitor sul mercato non è certo una sfida facile, assieme ad altre sfide, per restare sulla cresta dell’onda e imboccare la direzione giusta.
Vediamo insieme alcuni consigli pratici per fare business e far crescere la propria attività con le strategie e le scelte più adeguate.
Cosa significa fare business?
Fare business significa impegnarsi in attività commerciali con l’obiettivo di generare reddito, come per esempio l’acquisto e la vendita di beni o servizi. Inoltre, fare business vuol dire:
- Fare organizzazione, promozione e gestione di operazioni commerciali;
- Assumersi rischi con lo scopo di generare profitti;
- Possedere un’idea valida sulla quale basare la propria attività;
- Conseguire la giusta formazione e le competenze necessarie per emergere nel settore di riferimento;
- Definire programmi aziendali per ben delineare il percorso imprenditoriale e avere chiari per sé e per il team di lavoro i risultati verso cui si è orientati.
- Sviluppare capacità di problem solving e crisis management: saper fronteggiare con tenacia problemi e sfide o eventuali conflitti aziendali, senza abbattersi.
Possedere queste capacità significa già potenzialmente diventare leader di successo. Nei prossimi paragrafi scoprirai azioni e strategie da adottare per muoverti agevolmente nel mondo del business, partendo da alcuni aspetti fondamentali.
Pillole quotidiane per abbracciare il mindset imprenditoriale
Quali aspetti considerare se si vuole fare business?
Che si investa in Italia o all’estero, che tu abbia già un’impresa avviata o stia muovendo i primi passi in questo mondo complesso, dovresti considerare alcuni aspetti:
- Avere in mente un progetto realizzabile, che potenzialmente possa riscuotere successo;
- Investire le risorse necessarie per realizzare il progetto, che siano proprie risorse, condivise con soci o investitori esterni;
- Possedere gli strumenti adatti a cominciare a svolgere l’attività;
- Fare un’attenta analisi di mercato per capire il target di riferimento;
- Investire tempo per iniziare e sviluppare la nuova impresa;
- Innovare e cercare di creare qualcosa di originale per essere un passo avanti rispetto ai competitor.
Nel prossimo paragrafo, vediamo quali caratteristiche dovrebbe avere un imprenditore o una imprenditrice per fare business efficacemente.
Quali caratteristiche deve avere un imprenditore o una imprenditrice?
Per fare imprenditoria in maniera efficace, serve possedere il giusto mindset imprenditoriale e alcuni requisiti importanti:
- Motivazione: fare impresa e business richiede un impegno notevole e costante, per raggiungere gli obiettivi, e l’attitudine a motivarsi e motivare il team malgrado gli ostacoli e le battute d’arresto.
- Conoscenze commerciali: anche se non è necessario aver conseguito una laurea in economia, possedere una conoscenza di base del funzionamento delle imprese consente più agevolmente di avviare e gestire l’azienda.
- Fare rete: costruire relazioni diventa essenziale nel mondo degli affari, perciò il networking è essenziale per creare un solido sistema di sostegno e individuare potenziali acquirenti o partner.
- Creatività: l’elaborazione di idee originali che aiutino a far progredire l’azienda è fondamentale anche per risolvere i problemi in modo creativo (il cosiddetto “pensiero laterale”) che si presentano lungo il percorso.
- Assunzione di rischi: nel fare business, si corrono dei rischi per raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni. Il coraggio di correre rischi calcolati può essere d’aiuto.
- Know-how finanziario: comprendere i principi finanziari come ad esempio il budgeting, la gestione dei flussi di cassa, la tassazione e le opzioni di finanziamento contribuirà a gestire le tue finanze in modo più efficace.
Nei prossimi due paragrafi vedremo quali azioni concrete compiere per fare business con successo.
Pillole quotidiane per abbracciare il mindset imprenditoriale
Come fare business: alcuni spunti concreti dai quali partire
Fare business è oggi possibile facendo alcune scelte importanti, propedeutiche alla buona riuscita dell’attività e a un’organizzazione ottimale:
- Predisporre un business plan: inizia con una ricerca sul settore di riferimento, sulla concorrenza e sui costi. Puoi utilizzare queste e altre informazioni per creare un business plan dettagliato che delinei la tua strategia efficace.
- Assicurati i finanziamenti: per lanciare e far espandere la tua impresa, dovrai disporre di capitali per coprire i costi di avviamento e finanziare le varie operazioni. Considera la possibilità di cercare investitori, istituti finanziari, prestiti da banche o piattaforme di crowdfunding, tanto per iniziare;
- Crea un’identità del brand: una brand identity ben riconoscibile aiuterà le persone a identificarsi e a meglio interagire con la tua attività. Produci materiali di marketing che catturino l’essenza della tua impresa in modo accattivante e memorabile;
- Assumi il team giusto: metti insieme un team di professionisti esperti che condividano la tua visione delle cose e con cui collaborare in maniera proficua;
- Cercare risorse esperte in settori diversificati come marketing, finanza, produzione, customer service, questioni legali e molto altro, a seconda del tipo di attività che state avviando;
- Stabilire una strategia commerciale efficace: è necessaria per raggiungere i potenziali clienti sia in modo digitale sia tradizionale, includendo i canali social Instagram, email marketing, il digital marketing, gli spot radiofonici o televisivi, gli annunci online mirati, gli annunci di stampa, ecc.
Come vedi, la strada verso la realizzazione della tua idea di business è percorribile con una strategia mirata, motivazione e costanza. Nel prossimo paragrafo vediamo o ricapitoliamo insieme alcuni aspetti da non trascurare, molti dei quali correlati ai punti che abbiamo appena elencato.
Quali azioni non trascurare mai se si vuole fare business?
Se desideri avviare la tua impresa nel modo giusto, non dimenticare di:
- Fare una ricerca attenta e approfondita sui mercati e sulle esigenze dei potenziali clienti. Cerca eventuali lacune del settore e valuta il potenziale delle aree/zone che offrono le migliori opportunità;
- Identificare il target interessato al tuo prodotto o servizio, quindi elabora una strategia di marketing mirata;
- Individuare fornitori e partner affidabili che possano fornire prodotti di qualità a prezzi concorrenziali;
- Investire in tecnologie e infrastrutture per supportare le operazioni della tua azienda. Ricorda che che l’imprenditore o l’imprenditrice è quella persona che, con la sua attività, crea benessere e ricchezza;
- Creare relazioni e costruisci una rete di contatti su cui poter contare per il sostegno e la visibilità necessari;
- Stabilire la tua presenza online tramite un sito web, account social, mailing list per raggiungere in maniera capillare i tuoi acquirenti e aumentare la brand awareness;
- Monitorare le tendenze del settore per essere sempre al passo con la concorrenza e anticipare le esigenze delle persone.
Queste sono, in breve, le attività e le competenze da acquisire se desideri fare business e portare avanti, nel lungo periodo, la tua attività. Ultimo, ma non meno importante, un consiglio prezioso, per affinare ulteriormente le tue abilità e conoscenze: i corsi online professionalizzanti che ti consigliamo nel prossimo paragrafo.
Se desideri fare business e vorresti rafforzare l’”ossatura” delle tue conoscenze, nella sezione business del sito CORSI.it troverai per te una serie di corsi di business management online, utilissimi per acquisire competenze professionali nel settore di tuo interesse.
La fruizione delle lezioni è davvero pratica e comoda per tutte le persone: infatti, potrai seguire le unità didattiche ogni volta che vorrai, da qualunque dispositivo e secondo i tuoi impegni. Professionisti ed esperti ti affiancheranno nell’approfondire le tue conoscenze.
Potrai migliorare le tue competenze in materia di pianificazione strategica, apprenderai il funzionamento delle imprese, i segreti e le strategie per fare imprenditoria con successo e tutto ciò che potrà servirti nelle tue attività di business.
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Ti chiedi come iniziare un business online da zero? Magari non hai esperienza e vuoi capire come entrare nel mondo dell’imprenditoria. Oppure, hai già un’attività online, ma le vendite non sono soddisfacenti come ti aspettavi; forse hai dubbi sulle tue strategie d’impresa; lavori full time da dipendente, ma vorresti avviare una tua attività, eccetera. Come vedi, sono molte le situazioni di partenza, e in questa guida vedremo 8 step pratici per far decollare la propria attività senza perdere tempo (né soldi, possibilmente) compiendo le scelte giuste.
Step 1. Individua il tuo Business Model
Qual è la tua idea di business online? Qui di seguito ti forniamo alcuni esempi:
E-commerce di prodotti fisici o servizi
Puoi vendere tramite una piattaforma e-commerce, seguendo gli step necessari per vendere prodotti e servizi online e scoprendo come aprire il tuo negozio online attivo 24 ore su 24 e tutto l’anno, in funzione anche quando il tuo negozio fisico è abitualmente chiuso.
I costi di avvio di un e-commerce possono variare sensibilmente in base al numero di prodotti o servizi che vorresti vendere e alle piattaforme che vorresti utilizzare. A questi costi si aggiungono la complessità del servizio clienti, la logistica e le spedizioni, i rapporti con i fornitori. Questo modello di business è indicato soprattutto se hai già un negozio offline da digitalizzare.
Prodotti digitali
Si tratta di vendere informazioni in forma di corsi, corsi online, ebook. Questa metodologia si sta rapidamente (e con successo) diffondendo in Italia, a fronte del successo dei nuovi business americani.
Il fatto che sia tutto digitale (compreso il prodotto/servizio) ti consente di abbassare notevolmente i costi e di avere una marginalità elevata.
SaaS (Software as a Service)
Ad oggi, molte delle azioni che compiamo online sono “governate” da un software. È sempre più diffusa la vendita di software da utilizzare online, senza nemmeno necessità del download. In genere, i modelli proposti sono ad abbonamento, in seguito a un periodo gratuito di prova.
Servizio di coaching e consulenze
Potresti mettere a disposizione la tua expertise come coach o consulente online, utilizzando Skype, per esempio, e addebitando il costo orario che valuti più opportuno tramite sistemi di pagamento come Paypal (molto diffuso).
Potresti addirittura automatizzare gli appuntamenti e ricevere il pagamento anticipato attraverso sistemi automatizzati. Se scegli questo settore, affinché tu possa avere successo è necessario investire notevolmente (in termini economici e di tempo) sul tuo personal branding: devi farti conoscere, farti scegliere e creare un’immagine professionale affidabile.
Step 2. Trova la tua nicchia di mercato
Uno dei passi fondamentali per crearsi un’attività remunerativa online include una corretta pianificazione e un’attenta analisi di mercato. Ciò significa che, prima di investire anche solo una minima cifra, dovresti avere già:
- Preparato un accurato business plan (se non sai di cosa si tratta, puoi leggere come preparare un business plan in questo articolo).
- Scelto il modello di business più adeguato alle tue esigenze (dall’elenco del paragrafo sopra).
- Studiato il tuo settore merceologico di riferimento tramite ricerche di mercato attente e approfondite.
- Aver verificato che esista una forte domanda per i prodotti o servizi che vorresti vendere.
Queste azioni ti porteranno a scegliere la nicchia di mercato giusta. Inserirsi nella nicchia giusta è cruciale nel mercato online di oggi per almeno un paio di motivi:
- C’è forte competitività e avrai più probabilità di successo se ti specializzerai in un settore in particolare, anziché offrire più beni o servizi.
- Trasparenza e familiarità sono due aspetti fondamentali in un’attività di business online. Infatti, se i tuoi clienti sanno di potersi fidare e di trovare un servizio efficiente e prodotti di qualità, molto probabilmente si fidelizzeranno.
Per prima cosa, devi dedicarti alle attività di naming e di branding, fondamentali per crearti un’identità riconoscibile, unica e memorabile. Se non hai esperienza in questo, puoi leggere alcuni consigli per scegliere il nome di un brand. Ora è arrivato il momento di costruire “le fondamenta della casa”.
L’elemento positivo di un business online è che non richiede l’affitto di un ufficio. Tuttavia, è comunque necessario predisporre un “quartier generale” in cui le persone ti possano rintracciare e conoscere: il tuo sito Internet, appunto. Ecco le cose da fare:
- Acquistare un hosting con un ottimo help desk, in modo da avere una valida assistenza tecnica.
- Utilizzare un CMS (Content Management System) semplice ed affidabile, come per esempio WordPress (il tuo hosting dovrebbe fornirti strumenti intuitivi per installarlo in autonomia).
- Utilizzare un tema gratuito o acquistarne uno semplice e lineare da utilizzare (avrai tutto il tempo, in seguito, per acquistare suite e plugin super performanti e dall’elevata resa estetica).
- Registrare il dominio.
Step 4. Come aprire un business online utilizzando i social per farti conoscere
L’utilizzo dei social media dev’essere funzionale a intercettare il tuo pubblico ideale, che avrai studiato e segmentato approfonditamente: il target è rappresentato dalle persone cui ti rivolgi, ossia i tuoi possibili acquirenti, è necessario conoscere adeguatamente l’età, la provenienza, le necessità, i gusti delle persone cui ti vuoi rivolgere. Poniti queste domande:
- Su quale/i social il tuo target di riferimento trascorre il suo tempo?
- Quali contenuti pensi possano essere interessanti e coinvolgenti e avvicinare il target al tuo business online?
- Il tuo target sta frequentando qualche community online?
Una volta che avrai risposto a queste domande, ti sarà più facile stabilire su quali social network focalizzare le tue azioni.
Step 5. Monitoraggio
Usufruire di strumenti gratuiti come Google Analytics per monitorare i “movimenti” sul tuo sito è davvero molto utile (e opportuno). Infatti, è essenziale dedicare tempo al monitoraggio del tuo business e avere una conoscenza approfondita delle strategie per incrementare le vendite online.
Con Google Analytics potrai controllare:
- Da dove arrivano i tuoi visitatori.
- Quali azioni compiono sul sito e quanto lungo rimangono.
- Su quali contenuti si soffermano maggiormente.
- Caratteristiche demografiche del target (età, nazionalità, dispositivi utilizzati, e molto altro).
- Quali obiettivi raggiungono e in quale percentuale.
Step 6. Offri contenuti interessanti e accattivanti per il pubblico
A questo punto, ti serve una strategia di marketing mirata e adatta al tuo settore di mercato. Oggi funziona particolarmente l’Inbound Marketing: è una metodologia di business che attira i clienti creando contenuti di valore ed esperienze su misura per le loro necessità.
L’Inbound Marketing tende a stabilire un rapporto di fiducia con l’utenza (le famose buyer personas) grazie a contenuti e interazioni che apportano valore, nel momento esatto in cui sono necessari.
Per fare ciò dovrai produrre contenuti rilevanti, pertinenti, interessanti e di qualità che informino la tua audience nel modo migliore e la “educhino” affinché capisca che sei tu il riferimento e la soluzione ideale ai loro problemi. Ciò ti fornirà credibilità e confermerà l’autorevolezza del tuo brand.
Vedrai che, prima di quanto credi, inizierai a notare persone affluire al tuo sito e verso i tuoi canali social, riceverai domande e interazioni (ottimo segno!) e stabilirai relazioni con le persone che sono interessate a ciò che hai da offrire.
Step 7. Email marketing
È fondamentale creare una lista di lead, cioè una mailing list di contatti che fungano da supporter e potenziali clienti del tuo business online. Sebbene qualcuno tenda a sottovalutare questo strumento, rimane un valido mezzo per generare una buona fetta delle tue vendite. Come fare a raccogliere questi indirizzi email? Per esempio:
- Scegli un argomento particolarmente ostico per il tuo potenziale target o che gli crea particolare disagio, e crea un contenuto di qualità specifico per quel problema.
- Utilizza un plugin che consenta di far accedere al contenuto specifico solo alle persone che hanno lasciato la propria email.
- Crea una landing page mirata, che “venda” il contenuto in cambio del contatto email e inseriscici il plugin per la raccolta email.
- Collega tutto tramite un software per la marketing automation (ossia il processo di ottimizzazione e automazione delle campagne di marketing condotte via e-mail, ma anche via social, dispositivi mobili, pubblicità online e altro) che gestisce l’invio automatico del contenuto.
Prima di effettuare l’invio ufficiale, è importantissimo verificare che non ci siano potenziali problemi di recapito, link scorretti o poco affidabili e aspetti da migliorare.
Per testare ulteriormente il tuo messaggio e ottimizzarlo, è molto utile ricorrere al famoso A/B test: crea due versioni diverse di un elemento del messaggio (per esempio due CTA) e inviale a due gruppi di destinatari, per capire quale sia la più efficace e dunque quale registri le migliori performance.
Step 8. Intensifica la tua attività sui social
Come abbiamo visto al punto 4, l’attività di engagement sui social è davvero importante per te e il tuo business. In pratica, i tuoi social dovrebbero raccontare una storia che parla del tuo brand, del tuo prodotto/servizio, dei tuoi obiettivi. Questa storia dovrebbe portare valore ai tuoi utenti e fare parte del loro percorso verso l’acquisto.
Dopo aver capito come inserirti sui social e quale social scegliere in base al comportamento del tuo target, ecco di seguito alcuni spunti utili per la tua attività social:
- Condividi regolarmente ogni nuovo contenuto che realizzi, e crea interesse.
- Veicola contenuti utili di partner o riferimenti del settore che offrono prodotti/servizi diversi o complementari al tuo. È un modo molto valido per far capire al pubblico che conosci a fondo il settore.
- Fai domande e incoraggia la conversazione orientandola alla tua nicchia di mercato.
- Connettiti e interagisci con influencer della tua nicchia.
- Annuncia sconti, promozioni o eventi speciali, soprattutto quelli disponibili solo per i tuoi lead.
Hai individuato la tua nicchia di mercato, hai creato l’infrastruttura della tua attività con un bel sito funzionale e accattivante. Hai iniziato a pubblicare contenuti perfettamente adeguati alle problematiche e alle necessità del tuo target. Soprattutto, hai applicato le migliori strategie di marketing. Come muoversi adesso?
Studia il comportamento degli utenti
L’ultimo step che devi fare per creare un business online è analizzare e osservare il comportamento degli utenti, in modo da capire come migliorare i vari automatismi e i messaggi che consegnerai durante tutta la comunicazione.
Infatti, il marketing non è una scienza esatta, ma un processo che ha bisogno di dati per produrre risultati migliori nel tempo.
Se agirai con costanza, se saprai ascoltare le esigenze della tua community, migliorerai senza dubbio il tuo marketing e continuerai a produrre contenuti di grande qualità: il tuo business online crescerà a ti restituirà risultati più che soddisfacenti.
Corsi professionalizzanti di business management online
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Non sai come creare un brand partendo da zero? No panic: il segreto è una meticolosa pianificazione. Se desideri avere successo, non lasciare nulla al caso, ma progetta passo dopo passo la crescita del brand.
Non è semplice costruire un brand da zero, che possa resistere alla concorrenza nel lungo periodo. Ma nulla è impossibile, l’importante è avere un progetto solido e coerente e studiare tanto. Vediamo insieme da dove iniziare e quale direzione seguire.
Cosa significa creare un brand?
Dietro a un brand non c’è solo un’attività di naming e un logo studiato ad hoc. Infatti, un brand è molto di più: è qualcosa di riconoscibile allo sguardo del proprio target, che riesca a fare immediatamente la differenza rispetto ai competitor. In sostanza, un brand posiziona l’azienda, un prodotto o un servizio sia sul mercato, sia nella mente dei consumatori.
Creare un brand da zero significa anche saper interagire con i clienti, conoscerne le aspettative e comprendere a pieno le proprie necessità e i propri valori, per tradurre tutto ciò in una immagine coerente, accattivante e ben riconoscibile.
Inoltre, collegata al brand c’è anche la reputazione, la comunicazione dei valori e della mission e una precisa strategia.
Per creare un brand da zero è necessario seguire alcuni step ben precisi. Bisogna avere ben chiaro che cosa si vuole raccontare con il brand, come si vuole evolvere, quali valori veicolare e in che modo farlo.
Come pianificare una brand strategy efficace: 3 step fondamentali
La brand strategy è la strategia tramite la quale costruire e condividere il brand con le persone. In particolare, è il progetto con il quale definisci:
- Cos’ è il tuo brand.
- Qual è il suo scopo.
- Come comunica i propri valori e le proprie funzioni agli altri.
Detto ciò, vediamo insieme i vari step per definire un’adeguata strategia di brand.
Primo step: Analisi del punto di partenza
La core identity è l’essenza del brand e della brand strategy e include il perché, il cosa e il come del brand stesso. Tieni a mente questi concetti, che saranno fondamentali nella realizzazione del business plan, cioè il documento nel quale viene descritto un progetto imprenditoriale delineandone obiettivi, strategie, marketing e previsioni:
- Vision: definisce perché esiste, qual è la visione, qual è l’essenza.
- Mission: è il “cosa” del tuo brand e definisce gli obiettivi.
- Valori: è il “come” e descrive in che modo, su cosa e in base a quali motivazioni agisce il brand.
Successivamente, poniti queste domande:
- Quali sono la mia vision, la mission e i miei valori?
- Descrivono adeguatamente ciò che il brand ha intenzione di comunicare?
- Descrivono adeguatamente il modo in cui vorrei che il brand fosse percepito?
- C’è qualcosa che manca o che dovrebbe essere meglio definito, prima di iniziare?
Secondo step: Analisi della concorrenza
Scopri chi sono gli altri player del tuo settore di riferimento e in che modo sono simili o differenti da te, dopodiché concentrati sui tuoi competitor diretti o su quelli con i quali vorresti competere.
L’analisi della concorrenza è un meticoloso lavoro di intelligence e richiede pazienza, ma è necessario investire tempo in quest’attività, per capire alcuni aspetti essenziali:
- Come i competitor si presentano al mercato.
- Come parlano dei loro prodotti e servizi.
- Quali sono i punti di forza e di debolezza.
- Perché i tuoi potenziali clienti in questo momento si rivolgono alla concorrenza.
Terzo step: Sviluppo delle buyer personas
Le personas sono una rappresentazione del tuo target ideale, e includono una mappa della loro demografia e psicografia. Ciò serve fondamentalmente per capire:
- Chi sono i tuoi potenziali clienti.
- Di cosa si occupano nella vita.
- Cosa ritengono importante.
- Quali problemi vogliono risolvere.
Solitamente, si creano le buyer personas utilizzando sondaggi, osservando il comportamento delle persone sui social o tramite l’analisi dei dati: ciò aiuta a realizzare un’offerta mirata di prodotti, servizi e contenuti.
Che cos’è la brand identity
La brand identity è un concetto complesso che racchiude il naming, il pay-off, il logo e i colori del brand, oltre a vision, mission, valori e dunque la Unique Selling Proposition (USP).
Si tratta del messaggio che scegli di comunicare e che ti differenzia rispetto ai concorrenti. Una USP ben ideata promuove la comunicazione mirata e ha un notevole impatto sul branding, sul copywriting e su molte scelte di marketing.
Il nome, il logo e i colori del brand sono fattori fondamentali: infatti, non si tratta solo di un aspetto puramente grafico e visivo, ma sono coinvolte anche le sensazioni e i valori che si vogliono comunicare.
A proposito di colori: non possono essere scelti a caso, ma ogni tonalità, secondo la psicologia dei colori, racchiude un significato preciso.
Per esempio, il grigio trasmette calma e comunica un senso di neutralità: è perfetto per brand del settore hi- tech e automotive, mentre il rosso richiama l’eccitazione e il divertimento, e non a caso è usato da brand come la Coca Cola, mentre il verde è automaticamente collegato all’ambiente e alle attività sostenibili.
Bisognerà poi definire anche il pay-off, ovvero lo slogan che definisce il brand, il tone of voice, ovvero come viene effettuata la comunicazione verso il target di riferimento che è una caratteristica davvero importante.
Brand Positioning: come distinguerti dai concorrenti (corso pratico)
La creazione del brand in 4 passi fondamentali
Spesso si ritiene (erroneamente) che avere un nome originale o un logo colorato e stravagante sia tutto ciò che è necessario per catturare l’attenzione dei potenziali clienti. Invece, dietro la creazione di un brand c’è molto, molto di più. Ecco perché bisogna procedere seguendo precisi step.
1. Naming
Una volta definite le caratteristiche del brand e stabilito cosa e come si vuole comunicare, bisognerà procedere con il naming. In pratica, si tratta d’individuare il nome con cui sarà conosciuto il tuo brand.
Questo processo evidenzia l’identità del brand, deve coinvolgere il target, deve suscitare curiosità e trasmettere emozioni.
Il brand name dovrà essere evocativo, in grado di richiamare il settore o i valori che vuole comunicare. Quando si effettua un’operazione di naming, è importante anche pensare nel lungo periodo: infatti, il nome aziendale deve essere semplice da ricordare, difficile da confondere con quello dei competitor esistenti sul mercato, ma, se pensi di espandere il tuo business in futuro, magari offrendo altri prodotti o servizi, è bene creare un brand da zero che abbia un nome piuttosto generico, in modo da non vincolarlo a un solo prodotto o servizio specifico.
2. Logo riconoscibile
Il tuo logo è un altro aspetto importantissimo della tua attività di branding. Infatti, il logo è spesso il primo aspetto della tua azienda che viene visto dall’esterno e ha un ruolo fondamentale nel consolidare la percezione iniziale del tuo brand.
3. Slogan accattivante
Oltre a individuare il nome e a creare il logo del tuo brand, pensa anche a uno slogan breve e catchy, che racchiuda lo spirito e i valori del tuo brand.
Non è sempre necessario avere uno slogan, ma potrebbe essere una risorsa utile per creare un brand di successo, perché aiuta a essere ancora più riconoscibile.
Inoltre, uno slogan può comparire praticamente dappertutto, dai tuoi biglietti da visita alla tua bio su Instagram.
4. Dai una personalità al brand
Prima di realizzare un brand, sarebbe opportuno individuare alcuni aggettivi che lo definiscano, oppure trovare un oggetto, un concetto astratto, un animale o qualunque riferimento (anche prendendo spunto dalla vita quotidiana e dalla propria esperienza) che possa racchiudere ed esprimere i valori da comunicare.
Quando si crea un brand da zero può aiutare immaginarlo come fosse una persona, e ciò contribuisce a meglio definire il tono di voce delle comunicazioni, gli aspetti visivi, come il logo e i colori, ma anche la modalità di interazione col target di riferimento.
Corsi di branding online per affinare le tue competenze
Un ottimo modo per arricchire le tue conoscenze, migliorare la tua capacità di branding e sfruttare tutto ciò professionalmente è seguire un corso online, dove vuoi, quando vuoi e da tutti i dispositivi. Seguirai le unità didattiche di professionisti ed esperti del settore che ti interessa: ti sarà sufficiente cercare tra i tanti corsi disponibili su CORSI.it.
In particolare, ti consigliamo i corsi di branding online, che trovi nella sezione relativa al business: imparerai il processo di creazione e le strategie di sviluppo di un brand, sarai capace di analizzare tecniche e strumenti per rafforzare la brand identity e la brand reputation, sarai capace di costruire le strategie di sviluppo di un brand. Hai solo l’imbarazzo della scelta!
Brand Positioning: come distinguerti dai concorrenti (corso pratico)
Avrai sentito spesso parlare di brand, personal branding, brand reputation, ma solo gli “addetti ai lavori” sanno esattamente cosa significa brand e tutto ciò che coinvolge. In questo articolo cercheremo di capire insieme di più, provando a definire tutti gli elementi che comprendono il brand e dunque cosa significhi costruire la propria identità aziendale.
Cosa si intende per “brand”?
Per brand intendiamo l’insieme di tutti quegli elementi che fungono da segno distintivo e caratterizzano un’azienda o un business e cioè immagine, logo, prodotti o servizi, marketing, mission e vision.
Dunque, il brand è l’insieme di tutti gli elementi:
- Tangibili (logo, pittogramma e pay-off).
- Intangibili (le emozioni che suscita nel pubblico, la percezione che hanno gli stakeholders, il posizionamento all’interno di un mercato di riferimento e altro).
Dunque, il brand è tutto ciò che un prodotto o un servizio rappresenta e suscita nei consumatori: nome, slogan, logo, tipo di comunicazione, tono di voce, storia, reputazione aziendale, immagini utilizzate, valori veicolati e tanto altro ancora.
Conoscere che cos’è un brand è necessario per molte figure professionali:
- Per i clienti, perché sapere come si caratterizza un’azienda consente loro di condividere o meno valori, scelte, elementi distintivi.
- Per i fornitori, perché possono comprendere se valga o meno la pena affidarsi a un’impresa.
- Per gli stakeholders, perché, grazie agli elementi che compongono un brand, possono scegliere un’azienda o un’altra, investire su un progetto che reputano interessante e tanto altro.
Brand Positioning: come distinguerti dai concorrenti (corso pratico)
Marchio, marca e brand: quali differenze?
È facile confondere queste terminologie, e molte persone sovrappongono i significati, ma ci sono alcune distinzioni che è opportuno fare e che vediamo insieme.
Marchio
È l’insieme degli elementi visivi e che fanno parte dell’immagine di un’azienda: logo, pittogramma e pay-off. Facciamo un esempio. Tutti conosciamo la Nike. Il nome Nike con il font riconoscibile è il logo o logotipo, cioè la scritta testuale resa graficamente.
Il pittogramma è l’ormai celeberrimo segno grafico a forma di “spunta”. Invece, pay-off è il testo che accompagna gli elementi precedenti, ossia la scritta Just Do It. Questi tre elementi caratterizzano il marchio aziendale.
A questi, si possono aggiungere anche altri pattern, layout, cromie: tutti questi elementi fanno parte dell’identità del brand e non possono essere replicabili da altri brand.
Marca
Comprende gli elementi intangibili, per esempio le emozioni suscitate nel ricevente, i valori diffusi, il posizionamento nel mercato di pertinenza, la qualità di prodotti e servizi e molto altro.
Brand
Molto spesso, le parole “marca” e “brand” sono utilizzate in modo intercambiabile. In realtà, il brand è l’insieme di tutti gli elementi tangibili e intangibili che una persona percepisce quando pensa a una specifica realtà aziendale.
Quali sono gli elementi di un brand?
Alla luce di quanto appena detto, andiamo a vedere un po’ più nello specifico alcuni degli elementi che identificano un’azienda:
- Marchio: come abbiamo visto, comprende il logo, il pittogramma e il payoff;
- Identità visiva: è l’insieme di tutti gli elementi grafici e visivi e facilmente riconducibili a un’azienda;
- Comunicazione: ogni brand ha il proprio modo di comunicare, il proprio Tone Of Voice, che ritroviamo nella pubblicità o nelle azioni di marketing;
- Prodotto o servizio: è uno dei punti più importanti per l’azienda, perché è ciò che muove l’economia e che definisce la domanda e l’offerta;
- Valori: anch’essi sono veicolati mediante un uso consapevole della comunicazione;
- Storia: si riferisce ai trascorsi aziendali, all’evoluzione negli anni;
- Customer experience: è il modo in cui un’azienda interagisce con i clienti in ogni fase del processo di acquisto, dal marketing, alle vendite, passando per il customer service e in ogni passaggio intermedio. In pratica, è la somma di tutte le interazioni che un cliente ha con il brand.
Qual è l’importanza del brand?
Ogni elemento del brand è importante, perché può essere considerato un touchpoint, ossia un punto di contatto con i potenziali clienti (lead) o con i clienti già fidelizzati. Tra tutti i touchpoint deve esserci coerenza.
Infatti, se i clienti trovano alcune discrepanze tra i vari punti di contatto, non percepiscono coerenza e il brand perde di solidità.
Per esempio, se notiamo che il sito web di un’azienda che ci interessa utilizza un tono di voce ironico, divertente e scherzoso, ci aspetteremmo di ritrovare lo stesso stile comunicativo anche offline, per esempio nel negozio fisico. Se, invece, non troviamo questo aspetto, avremo non poche perplessità, perché il brand non sarà più riconoscibile.
Oltre a ciò, creare un brand solido conferisce valore aggiunto alla comunità. Infatti, la società progredisce e, quando sul mercato sono presenti scambi continui, i clienti ricevono un valore percepito molto più elevato rispetto alle aspettative.
Per questa ragione, le aziende che riscuotono successo sul mercato sono quelle che portano valore concreto a tutti gli stakeholders, preoccupandosi dell’esperienza dei clienti, preoccupandosi che le condizioni di lavoro e i contratti siano fair, e molto altro. Perciò, dedicare cura e attenzione a tutti i punti di contatto è un lavoro che ripaga sempre.
Brand e branding: cosa è importante sapere
Il branding include tutte quelle attività che creano empatia e vicinanza con il target di riferimento. Sempre più aziende scelgono di intensificare la propria presenza online: infatti, sul web troviamo un’ampia fetta di possibili consumatori o acquirenti, e una maggiore percezione di vicinanza con il pubblico, tramite contenuti giornalieri pubblicati dagli stessi brand; soprattutto, sul web c’è la possibilità di creare engagement, commentare e scambiare opinioni, pareri, idee.
Parliamo di brand identity, brand awareness e brand positioning
Cerchiamo insieme di scoprire cosa rappresentano questi tre elementi e perché sono importanti.
Brand identity
È il modo in cui l’azienda si presenta ai consumatori tramite elementi come nome, logo, mission, know-how, prodotti, pubblicità e molto altro. In sostanza, l’identità del brand è il modo in cui l’impresa o l’organizzazione vuole essere percepita dal proprio target.
Brand awareness
È la cosiddetta “consapevolezza di marca”, e indica quanto i consumatori o i potenziali clienti sono fedeli e legati a un brand. Questo è un aspetto assai complesso da quantificare, ma generalmente possiamo dire che più il brand lavora sui singoli touchpoint, più la brand awareness sarà solida.
Brand positioning
È l’insieme delle attività che mirano a posizionare nella mente dei consumatori un determinato brand sulla base della differenziazione rispetto alla concorrenza, e può riguardare le caratteristiche uniche dei prodotti/servizi, la comunicazione pubblicitaria, la customer experience o la brand identity e i valori a essa collegati.
Brand Positioning: come distinguerti dai concorrenti (corso pratico)
Corsi di branding online per migliorare le tue competenze
Un valido modo per arricchire le tue conoscenze e renderle spendibili professionalmente è seguire un corso online, dove vuoi, quando vuoi e da qualsiasi dispositivo. Seguirai le unità didattiche di professionisti ed esperti del settore, ti basterà cercare tra i tanti corsi disponibili su CORSI.it.
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Scegliere il nome di un brand è un’attività di copywriting stimolante, creativa. Ma allora, perché speri, sotto sotto, che se ne occupi qualche collega? Perché, come tutte le attività creative, è impegnativa: il nome di un brand deve essere incisivo, originale e deve farsi ricordare. Insomma, deve essere memorabile e “parlante”. Capire come scegliere il nome di un brand non è facile, vero?
Possiamo dire che fare naming e ideare un brand name è un’attività strategica, basata in buona parte sulla fantasia e su regole precise, due aspetti che sembrano escludersi a vicenda. In realtà, scoprirai che non è così nel corso di questa guida pratica.
Scegliere il nome giusto per il marchio, così come per un prodotto o servizio, è un momento delicato e importante per il proprio business, perché deve essere coerente e le persone alle quali ti rivolgerai si dovranno identificare e avere un riferimento ben chiaro. Vediamo insieme suggerimenti, regole e trucchi per scegliere con efficacia il nome di un brand.
Che cos’è il brand name e cosa significa fare naming?
Il naming è un’attività che serve a dare il nome a un marchio, a un prodotto o a un servizio, in modo da renderlo riconoscibile e associabile ai punti di forza dell’azienda.
Ideare e creare un brand name è un’operazione complessa, che richiede il giusto equilibrio tra creatività e strategia di marketing, per definire, con una sola parola o frase, l’identità aziendale o l’identità e la funzione di un prodotto o servizio.
Ci sono alcuni aspetti utili da considerare quando si sceglie il nome del proprio brand: prima di tutto la sonorità e l’orecchiabilità della parola, la facile pronunciabilità, l’adattabilità a più lingue, possibilmente, cosa evoca la parola e se risulti facile da ricordare.
Inoltre, da non sottovalutarne è il significato linguistico: un nome scelto per un certo mercato può assumere definizioni diverse in un altro. Vedremo tutti questi aspetti tra qualche paragrafo.
Quali sono gli obiettivi del naming?
Fare naming è una sfida, spesso con sé stessi/e, che si pone sostanzialmente tre obiettivi:
- Identificare il marchio, renderlo riconoscibile;
- Richiamare l’attenzione del target, cioè del pubblico di riferimento;
- Competere con il mercato di riferimento.
Quali sono le 3 fasi del brand naming?
Possiamo individuare 3 step nell’attività di naming:
- Analisi del mercato e dei competitor: è la fase preliminare in cui si identificano i propri punti di forza e si analizza la concorrenza.
- Brainstorming: è la fase creativa, in cui si inizia a proporre le prime idee.
- Scrematura e scelta: è la fase conclusiva in cui si scelgono i nomi più efficaci, fino ad arrivare a quello definitivo.
Quali sono i 3 requisiti che un brand name dovrebbe possedere?
C’è una domanda alla quale rispondere: “È possibile decidere a tavolino il nome perfetto per il proprio brand?”. Sì, è possibile. Seguendo alcune regole di marketing e liberando la fantasia, si può trovare un brand name con le giuste caratteristiche e che soddisfi almeno questi quattro requisiti:
- Potenzialità del brand: il nome deve essere allineato all’immagine del brand, devono esserci continuità e coerenza, in modo da declinare il nome nei vari scenari di promozione e comunicazione.
- Versatilità: il nome del brand non dovrebbe essere troppo specifico, perché la specificità potrebbe essere limitante. Facciamo un esempio: devi trovare il nome di un software per offrire un servizio di fatturazione elettronica. Se scegli un nome come FatturaFacile, può essere ok perché è semplice, diretto, descrittivo e immediato. Ma se, in futuro, volessi includere altri servizi, oltre alla fatturazione elettronica? Questo nome sarebbe un po’ riduttivo e bisognerebbe pensare a un re-naming. Perciò, scegli un nome che sia versatile e adattabile.
- Attrattività sul mercato: parla al tuo pubblico con la sua lingua e proponi ciò che il tuo pubblico si aspetta. Il nome dovrebbe rispecchiare i punti di forza del prodotto e degli obiettivi aziendali.
- Unicità e visibilità: trova un nome che sia facile da cercare online (soprattutto da scrivere!) e che non si disperda nella concorrenza.
Ecco 7 tipologie di brand name che potrebbero esserti utili
Esistono ben 7 tipologie di brand name. Vediamole:
- Descrittivo: un nome descrittivo illustra e descrive i prodotti o i servizi offerti. È un nome diretto, intuitivo e lascia poco spazio alla creatività (ciò non è un minus, anzi, per alcuni prodotti o servizi è la scelta ideale!). Alcuni esempi di naming descrittivo: Fatture in Cloud, Poltronesofà, Divani&Divani.
- Evocativo: utilizza metafore o suggestioni senza svelare immediatamente la natura del brand. Un esempio: Kodak, in cui la Kricorda il clic della vecchia macchina fotografica, ma anche Acqua&Sapone (in questo caso parliamo di metonimia), per non parlare del notissimo Amazon, che ha ottime caratteristiche di naming e richiama un’idea di vastità.
- Astratto: è una parola inventata che non veicola un significato preciso. Etsy, Trello, Tigotà ne sono esempi.
- Lessicale: possono essere parole composte, onomatopee e allitterazioni, come nel caso di Chupa Chups o Dunkin’ Donuts.
- Acronimo: è un insieme di lettere che, unite, hanno un significato, come WWF, H&M, Alitalia.
- Geografico: trae ispirazione dal luogo in cui il brand è nato. Per esempio, è il caso di American Airlines, British Airways, Patagonia.
- Patronimico: è il tipico nome di quei brand che si chiamano come i loro fondatori. Chanel, Armani, Valentino, Gucci, Louis Vuitton, molto diffuso nel campo della moda.
Brand Positioning: come distinguerti dai concorrenti (corso pratico)
Come scegliere il nome di un brand: 3 step e 3 criteri di fattibilità
Hai il brief sulla scrivania, carta e penna alla mano e qualsiasi strumento possa essere utile ad annotare, tenere traccia del tuo lavoro e stimolare la creatività. Ecco qui sono le tre fasi in cui si articolerà il tuo lavoro:
- Analisi del brief. È la fase preliminare, ed è imprescindibile perché il brief contiene tutte le informazioni da cui partire: cosa dovrà comunicare il brand? La risposta è proprio nel brief.
- Fase creativa. Qui puoi dare sfogo alla tua creatività: esplora diversi nomi e annota tutte le idee che ti vengono in mente, senza chiederti già se funzioneranno o meno, cosa che farai nella fase successiva.
- Selezione/cernita. Qui dovrai valutare se i nomi che hai scelto siano percorribili dal punto di vista giuridico, linguistico e del marketing (ti spiego subito cosa significa).
Il nome del brand deve essere sì fantasioso, ma la fantasia deve, per così dire, seguire alcune strade, per l’esattezza tre:
- La strada giuridica. Oltre alla disponibilità del dominio, che puoi controllare su alcuni siti dedicati, per verificare che il nome da te ideato sia disponibile e non già esistente, è fondamentale che il nome che scegli sia libero a livello legale. Cosa significa? Devi controllare che il marchio non sia già registrato per la stessa classe merceologica.
- La strada linguistica. Il nome deve essere di facile pronuncia, memorabile, ma soprattutto esportabile anche all’estero, senza assumere connotazioni negative (assicurati, cioè, che il nome da te scelto non esprima turpiloquio o volgarità in una lingua straniera).
- La strada del marketing. Il nome che sceglierai dovrà essere coerente con il prodotto, con il target di destinazione e accattivante.
Se i brand name che hai individuato si sono guadagnati tutte spunte verdi, puoi inviare le proposte.
Personal branding: nome e cognome è una buona scelta?
Quando il brand sei tu, scegliere nome e cognome come soluzione può essere valido? Sì, se punti sul personal branding, quando vuoi farti riconoscere come professionista e desideri che la connessione tra la tua identità e i tuoi valori sia immediata.
In questo caso, le persone che leggono il tuo nome lo collegano alle tue abilità, dipende tutto dai tuoi obiettivi, dai tuoi interessi e dai contenuti che proponi sul tuo sito o blog.
A proposito di blog: tra i vari nomi che puoi scegliere, puntare sulla tua identità professionale può essere la soluzione definitiva se lavori come freelance. In realtà, lo stesso discorso può valere anche per i dipendenti o in caso di corporate blogging e di identità aziendale: anche in questi casi, l’informazione deve essere chiara e immediata.
Corsi di branding online per migliorare le tue competenze
Un ottimo modo per arricchire le tue competenze è seguire un corso online, dove vuoi, quando vuoi e da qualunque dispositivo. Seguirai le lezioni di professionisti ed esperti del settore, ti sarà sufficiente cercare tra i tantissimi corsi disponibili su CORSI.it.
In particolare, ti consigliamo qui i corsi di branding online, nella sezione dedicata al business: apprenderai il processo di costruzione di un brand, le strategie di sviluppo di un brand, sarai in grado di analizzare tecniche e strumenti per rafforzare la brand identity e la brand reputation, di costruire le strategie di sviluppo di un brand anche sulla base dei comportamenti del target di riferimento. Non hai che da iniziare!
Brand Positioning: come distinguerti dai concorrenti (corso pratico)
Vorresti capire come aprire un sito di vendita online per la tua attività, ma non sai proprio da dove iniziare? La tua è una decisione coraggiosa, ma anche una valida scelta imprenditoriale, perché ti consente di abbattere i costi di gestione di un negozio fisico.
Tuttavia, per imparare a fare vendita e differenziarti dai competitor, devi proporre un prodotto esclusivo e portare avanti un’adeguata strategia di marketing. In questa guida vedremo come aprire un sito web di vendite con tutti i consigli pratici (anche fiscali) del caso.
Cosa sapere prima di aprire un negozio online?
Aprire un’attività imprenditoriale online è un progetto ambizioso e complesso, ma possibile: puoi leggere i nostri suggerimenti per diventare imprenditore e le strategie per avviare un business online a questi link. Ad ogni modo, nulla va lasciato al caso.
Per questa ragione, è importante sviluppare una strategia basata su conoscenze di digital marketing e di e-commerce, soprattutto tramite la conoscenza di discipline come e-mail marketing, SEM, SEO (se non sai come funziona qui trovi un articolo su come imparare a fare SEO), Facebook ADS, Instagram marketing (qui puoi leggere le strategie per usare Instagram per il marketing) e così via.
Per sviluppare il tuo sito potrai scegliere un sistema open source, come Magento, oppure una soluzione proprietaria. Come passo successivo, il tuo focus sarà la scelta del target di destinazione, lo studio dei potenziali clienti e lo sviluppo del tuo brand. Quindi dovrai:
Per scegliere la piattaforma adatta, è importante conoscere le basi dell’e-commerce. Se per te non è così, ti consigliamo il nostro Corso fondamentale di e-commerce che ti darà una panoramica della materia. Esistono alcuni servizi predisposti ad aprire un e-commerce gratuitamente; tuttavia, aprire uno store virtuale gratis può essere rischioso. In alternativa, puoi acquistare un dominio su uno spazio web, installare un software e-commerce CMS come WordPress (uno dei più famosi, infatti imparare ad usare WordPress è molto facile), Magento ecc., o aprire un negozio eBay o Amazon, cioè tutti quei marketplace già ben consolidati, nei quali potrai mantenere uno spazio autonomo.
Creare engagement
Una volta che i tuoi lead saranno diventati clienti, coinvolgili con regolarità per evitare che si dimentichino di te. In questo senso, il coinvolgimento tramite i social e l’utilizzo dell’email marketing sono ottimi sistemi per mantenere l’interazione con i clienti e fidelizzarli.
Per aprire un negozio online quali adempimenti fiscali sono previsti?
Le procedure necessarie per aprire un negozio online prevedono questi passaggi:
- Aprire un conto corrente bancario;
- Costituire la società davanti a un notaio (al momento, le srls a 1 euro per gli under 35 non prevedono il pagamento delle spese notarili);
- Aprire partita Iva, compilando il modello AA9/11 per le persone fisiche o AA7/10 per società ed enti;
- Iscriverti al VIES se la tua attività online esegue delle operazioni di vendita e acquisto in ambito comunitario. Il VIES è un sistema per verificare che la partita IVA utilizzata sia valida e per effettuare transazioni intracomunitarie di vendita e acquisto.
- Rispettare una serie di adempimenti con la Camera di Commercio, il Comune e l’INPS.
Adempimenti burocratici da sbrigare (camera di commercio, comune, INPS, INAIL)
Assicurati di presentare la richiesta al Registro delle Imprese attraverso il modello telematico denominato “Comunica“, valido ai fini fiscali, assicurativi e previdenziali.
Questa richiesta dovrà essere presentata all’Ufficio del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio di pertinenza, che a sua volta la inoltrerà all’Agenzia delle Entrate, all’INPS e all’INAIL.
La segnalazione certificata di inizio attività includerà l’indicazione del settore merceologico da te scelto e l’attestazione dei requisiti per poter vendere online.
Una volta inviata questa richiesta, dovrai presentare la stessa comunicazione presso lo SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive); qui, in un intervallo temporale di 30 giorni, varrà il principio del silenzio-assenso, in mancanza di una comunicazione negativa da parte del Comune di residenza.
Infine, dovrai comunicare all’Agenzia delle Entrate:
- L’indirizzo web del tuo sito e-commerce,
- L’internet service provider;
- L’indirizzo e-mail PEC;
- Il numero di telefono e fax.
A questo punto, la tua attività sarà ufficialmente aperta e consultabile da tutte le persone.
Quanto costa aprire un sito di vendita online?
Una tipica domanda che molte persone si pongono: è conveniente aprire un negozio online da zero? Dipende: può avere un costo iniziale che va da 600€ a 800€, ma indubbiamente presenta costi più contenuti rispetto a un negozio fisico.
Considera, poi, ulteriori fattori economici, come per esempio l’acquisto del dominio e lo spazio hosting, che può variare da 40 a 100 euro annui.
Inoltre, includi altri costi fissi, come ad esempio il pagamento delle tasse, la dichiarazione dei redditi, il versamento dei contributi INPS e le spese per il commercialista. In particolare, i costi fissi da sostenere per poter vendere online sono:
- Costi per l’iscrizione alla Camera di Commercio delle ditte individuali: 35,50 euro per i diritti di segreteria e l’imposta di bollo, cui si aggiunge il diritto camerale obbligatorio da versare ogni anno;
- Costi per le società di persone e di capitali maggiorate: occorre aggiungere la spesa da sostenere per la costituzione della società stessa presso il notaio, oltre all’imposta di registro sull’atto costitutivo.
Quindi, facendo un calcolo approssimativo, i costi si aggirano intorno ai 5.000 – 6.000 euro l’anno, su un reddito complessivo di circa 10.000 euro. In ogni caso, se intendi aprire un sito di vendita online, hai l’obbligo di aprire una Partita Iva.
Ecco 9 strategie per implementare un sito di vendita online di successo
Sebbene diverse, vendita fisica e online presuppongono la conoscenza delle tecniche di vendita universali. Infatti, l’obiettivo primario di chi desidera aprire un negozio online è il medesimo di chi apre un negozio tradizionale: vendere i propri prodotti o servizi. La pandemia da Covid-19 ha incrementato e accelerato l’evoluzione del commercio virtuale e la successiva specializzazione di molte attività nella vendita online.
Detto ciò, e alla luce dei consigli forniti in precedenza, la tua strategia per creare un negozio online dovrà tenere conto di questi 8 aspetti fondamentali:
- Prodotti: quale prodotto offri? Proponi manufatti o prodotti artigianali da te realizzati? Ti intendi di un settore particolare? Fai un attento studio del settore merceologico e del mercato.
- Servizi: quale servizio offri? Sorprendi i tuoi clienti, mettendo particolare cura e attenzione negli aspetti che potrebbero essere critici, come per esempio il reso/rimborso.
- Logistica: è importante ottimizzare i tempi di consegna del prodotto richiesto e prestare particolare attenzione a questo aspetto: offri più soluzioni di consegna, prevedi sempre una tracciabilità dei pacchi.
- Tecnologia: puoi scegliere se appoggiarti a un software open source o a una soluzione proprietaria, come abbiamo visto all’inizio di questo articolo.
- User experience: studia attentamente il tuo sito, in modo tale da rendere intuitivi e semplici la navigazione e l’acquisto, con la giusta integrazione tra grafica e video.
- Fiducia: per accrescere la fiducia delle persone che si affidano a te, inserisci sempre messaggi di sicurezza sul sito, rendi pubblici i dati precisi dei fornitori, esprimi chiaramente la procedura di reso.
- Riprova sociale: è molto utile pubblicare opinioni e recensioni dei clienti sia sul tuo sito, sia sui social.
- Traffico: oltre a conoscere gli acronimi più comuni e impiegati in campo e-commerce, come ad esempio CPM, CPA, è importante pianificare una efficace strategia di acquisizione del traffico e utilizzare i canali che meglio si adattano al modello di business da te scelto (SEO, SEM, e-mail marketing).
- Sistemi di pagamento: da questi dipende in gran parte il successo della tua attività online. Infatti, è dall’efficacia dei sistemi di pagamento e-commerce che dipende la sicurezza dei consumatori e la buona riuscita dell’acquisto senza brutte sorprese.
Se l’argomento ti interessa e vuoi approfondirlo, ti consigliamo di dare un’occhiata alla lista di libri sulle tecniche di vendita efficaci.
Cosa sapere se vuoi aprire un’attività in dropshipping?
Il dropshipping è un modello di vendita: prevede che tu, in qualità di dropshipper, ti occupi della vendita e della gestione online degli ordini senza possedere materialmente i prodotti, che rimarranno in magazzino per essere spediti da i tuoi fornitori.
Se scegli di sperimentare questo modello di vendita, l’ideale sarebbe focalizzarti su una specifica nicchia di mercato per aprire il tuo negozio online, offrendo prodotti che non siano già inflazionati sul mercato della grande distribuzione, ma che conservino una sorta di esclusività.
Tu resterai comunque responsabile delle attività di marketing e del servizio clienti, per affiancare la clientela in tutti gli step legati all’assistenza e alla soddisfazione del consumatore.
Questo tipo di attività online si basa sul principio della fiducia tra chi vende in dropshipping e il fornitore principale.
Proprio per questo, è molto importante regolamentare questa collaborazione tramite un contratto stipulato da avvocati che conoscano approfonditamente le normative e-commerce, per evitare inadempienze che potrebbero causare danni notevoli alla tua attività.
Una prassi sicura per chi decide di vendere in dropshipping è stipulare un contratto con questi criteri:
- Banca per il conto corrente del tuo negozio online.
- Un commercialista che ti tenga la contabilità.
- Uno o più fornitori, specificando in trasparenza diritti e doveri degli uni verso gli altri.
- Almeno un paio di ditte di corrieri, assicurandoti che prevedano le consegne anche ai piani superiori, che siano efficienti e puntuali e che rispondano professionalmente e correttamente di eventuali disguidi.
- Sistemi di pagamento elettronico, come PayPal (molto utilizzato) e altri.
- Soluzioni di compliance per siti web che abbiano una privacy policy ben chiara.
- Hosting del sito web.
- Numero di assistenza.
Come puoi notare, è davvero importante occuparsi con cura di tutti questi aspetti. Le difficoltà iniziali verranno ripagate successivamente, quando avrai già impostato tutto e la tua attività decollerà.
Corsi di e-commerce online per apprendere le tecniche giuste
I corsi online sono un grande aiuto per aprire il tuo negozio online, e imparare tutte le tecniche necessarie a far funzionare l’attività. Puoi seguire le lezioni dove vuoi, quando vuoi e da qualunque dispositivo. Professionisti del settore ti insegneranno tutto ciò che ti occorre sapere.
Su CORSI.it scoprirai i corsi che fanno al caso tuo, come per esempio i corsi di e-commerce online, che trovi nella sezione dedicata ai corsi di digital marketing con attestato. Imparerai moltissime cose, come per esempio la gestione delle vendite online di un brand, l’implementazione delle giuste strategie di vendita, l’analisi del mercato di riferimento. Il monitoraggio dell’intero processo di vendita e molto altro. Non ti resta che iniziare!
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